La Nostra Storia
Giuseppe Don Rizzo
Don Giuseppe Rizzo nacque ad Alcamo il 22 dicembre 1863.
Nonostante gli stenti e le privazioni a cui fu costretto fin dall’infanzia, riuscì a frequentare il Regio Collegio di Alcamo e a portare a termine gli studi filosofici e teologici nel Seminario Vescovile di Mazara del Vallo, ove ricevette l’ordine del presbiterato il 22 settembre 1888.
Sempre tra i più attivi esponenti nell’impegno sociale e religioso rivolto ai giovani, si prodigò sia nelle Organizzazioni cattoliche che nelle Pubbliche Istituzioni, portando avanti una efficace opera di moralizzazione nella gestione della Cosa Pubblica.
In un periodo storico piuttosto difficile per la vita dei cittadini (dura contingenza economica e gravi problemi nel settore agricolo) fondò la Cassa Rurale e Artigiana, che oggi è una solida realtà nel vasto comprensorio economico in cui opera.
In oltre cento anni di vita, il Credito Cooperativo ha permesso a milioni di persone – piccoli agricoltori, artigiani, operai, imprenditori, professionisti, operatori del sociale e alle loro famiglie – di ricevere fiducia, di ottenere credito e di migliorare la propria situazione
La Banca e il Territorio
Ci sono banche il cui obiettivo non è il semplice profitto. Ci sono banche che hanno lo scopo di contribuire alla promozione e allo sviluppo del territorio in cui operano e che per questo sono autenticamente locali. Ci sono banche che hanno la responsabilità di essere imprese, efficaci ed efficienti per i propri soci e clienti, ma anche una “responsabilità sociale” nei confronti della comunità. Le Banche di Credito Cooperativo hanno questa identità. Una Banca di Credito Cooperativo è un’impresa bancaria originale ed unica, una banca “differente per forza”: perché è espressione di democrazia economica, cioè di una pluralità di persone o di imprese dal volto riconoscibile, e non di “poteri forti”; perché è una banca mutualistica, fondata sui soci e a questi rivolta in primo luogo; perché è autenticamente locale, nel senso che il suo bacino di operatività è circoscritto in una precisa area, e non cambia se si tratta di erogazione di credito piuttosto che di raccolta del risparmio; perché persegue obiettivi di valorizzazione dell’impresa, ma non di lucro individuale.
La redditività, allora, è uno strumento irrinunciabile per garantire la stabilità e lo sviluppo aziendali, ma non è il fine dell’impresa e non è l’obiettivo del socio, che alla BCC non chiede un dividendo, quanto piuttosto un vantaggio. Inoltre, le risorse della banca non sono e non saranno mai distribuite tra i singoli, ma resteranno alla comunità. In oltre cento anni di vita, il Credito Cooperativo ha permesso a milioni di persone – piccoli agricoltori, artigiani, operai, imprenditori, professionisti, operatori del sociale e alle loro famiglie – di ricevere fiducia, di ottenere credito e di migliorare la propria situazione. In oltre cento anni di attività, il Credito Cooperativo ha contribuito a costruire prosperità, a far crescere le comunità locali e quindi un Paese intero. In questa tradizione, viva e vitale, si inserisce la nostra Banca, che vuole essere attenta non soltanto alla sana e prudente gestione aziendale, ma anche ai comportamenti e alle relazioni con i diversi “portatori di interesse”, proiezione e responsabilità sociale.